La transizione energetica

Il Piano REPowerEU: l’Europa va verso la transizione energetica. La recente situazione internazionale ha messo a nudo le debolezze dell’attuale assetto energetico che sorregge gran parte delle nazioni del mondo. La pandemia, le guerre e la crisi climatica hanno provocato una sorta di “presa di coscienza” collettiva, causando una spinta propulsiva nelle politiche di tutela dell’ambiente per decenni auspicate dalle principali organizzazioni internazionali, ma a cui i singoli stati stentavano ad adeguarsi.

 

Per tali motivi, la cosiddetta “transizione energetica” è diventata una delle priorità principali dei governi europei, che hanno recentemente approvato un nuovo piano pensato per raggiungere al più presto questo obiettivo. Ma in cosa consiste esattamente? E come inciderà il nuovo piano sul nostro futuro stile di vita?

 

Cosa si intende per transizione energetica?

 

Per transizione energetica si intende il passaggio da un modello di creazione di energia basata sullo sfruttamento di fonti “esauribili” ed inquinanti, come petrolio, carbone e gas, a un nuovo sistema che faccia affidamento su energie rinnovabili (tra cui il solare, l’eolico o il geotermico) in grado di avere un impatto molto minore sul pianeta, riducendo le immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e garantendo ai singoli utilizzatori (siano essi privati o imprese) una maggiore indipendenza energetica e al contempo un sensibile risparmio economico

 

Malgrado possa sembrare un processo semplice, la transizione energetica è in realtà un percorso lungo e complesso, che non può essere attuato senza l’appoggio e l’aiuto di governi e istituzioni, capaci per loro natura di sostenere comportamenti virtuosi offrendo incentivi pensati per renderlo meno oneroso per cittadini e aziende.  

 

Il Piano REPowerEu: gli obiettivi principali

 

Un passo importante per superare la difficile prova della transizione energetica è stato compiuto nel maggio 2022, quando la Commissione Europea ha presentato il Piano REPowerEu, una roadmap (ovvero un percorso programmatico) pensato per reagire di fronte all’ultima minaccia alla stabilità energetica causata dalla guerra tra Russia e Ucraina. Nel dettaglio, tale provvedimento ha due scopi principali:

 

  • Porre termine alle importazioni di combustibili fossili provenienti dalla Russia da parte dei paesi dell’Unione Europea, fortemente compromessa dagli eventi geopolitici recenti, al fine di sviluppare un’indipendenza energetica nel minor tempo possibile (le proiezioni parlano di un azzeramento della dipendenza tra il 2026 e il 2027);
  • Combattere il cambiamento climatico, approntando una sensibile riduzione delle emissioni nei prossimi anni.

 

Per raggiungere questi scopi generali, il Piano Repower Eu intende sfruttare al massimo degli incentivi volti al risparmio energetico, la diversificazione nell’utilizzazione delle fonti e degli impianti rinnovabili, spingere per una loro estensione, coordinare le iniziative politiche e puntare sulla riduzione nell’uso delle fonti inquinanti in settori chiave dell’economia, primi fra tutti le comunicazioni e l’industria.

 

Passando dagli scopi generali ai numeri concreti, l’Europa si propone nei prossimi anni i seguenti obiettivi:

  • Incrementare il più possibile e in modo capillare l’utilizzo delle pompe di calore (o in alternativa di sistemi collettivi di riscaldamento come il geotermico), arrivando ad aggiungere dieci milioni di pompe di calore da qui al 2027, sostituendole ai modelli più obsoleti di caldaie; 
  • Sistematica introduzione, attraverso incentivi e progressivi obblighi, degli impianti solari termici e fotovoltaici su immobili di varia natura (sia abitazioni, sia edifici aziendali e commerciali); 
  • Sviluppare l’installazione di grandi impianti rinnovabili snellendo le procedure burocratiche previste in questo momento; 
  • Raddoppiare entro il 2025 la capacità fotovoltaica, raggiungendo i 320 GW, e avvicinarsi, nel 2030, alla soglia dei 600 GW;
  • Riuscire a produrre, nel complesso, 20 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile (di cui la metà almeno non importato) al fine di rimpiazzare, di qui al 2030, il carbone e petrolio per ora utilizzati negli impianti industriali che presentano per loro natura maggiori ostacoli nel processo di decarbonizzazione.

 

Fondi e sovvenzioni previsti per il Piano REPowerEu

 

L’implementazione del piano REPowerEu e dei suoi ambiziosi obiettivi necessita di notevoli investimenti e per questo sono state previste somme ingenti per la loro realizzazione. Di qui al 2027, si prevede di investire oltre 210 miliardi di euro.

 

Per potere allinearsi sul piano finanziario, gli stati membri dell’Unione Europea hanno la possibilità di attingere dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha, in fondo, gli stessi scopi di sostenibilità ambientale, così come a quelle del Fondo Europeo per l’Innovazione e del Meccanismo per Collegare l’Europa, che potranno fornire ulteriori capitoli di spesa. 

 

Sul piano diplomatico, inoltre, il percorso di indipendenza energetica dalla Russia passa per accordi politici con paesi come Norvegia, Stati Uniti e Canada per la fornitura di gas naturale liquefatto.

 

Ma uno degli aspetti più importanti per immettersi nel percorso della transizione energetica è quello relativo al cambiamento di abitudini “dal basso”, stimolando i singoli cittadini e imprese a compiere per primi misure in linea con gli obiettivi della transizione stessa. 

 

L’esempio tipico, in tal senso, è la riduzione della tassazione dei sistemi di climatizzazione e riscaldamento considerati efficienti. È qui che entrano in gioco le Esco (Energy Service Companies) come A29, impegnate nel territorio a fornire consulenza e accompagnare i privati e le aziende verso la decarbonizzazione, facendo da “cinghia di trasmissione” con le istituzioni.