DOMANDE FREQUENTI

FOTOVOLTAICO: DOMANDE FREQUENTI

L’impianto fotovoltaico è un sistema che utilizza l’energia dei raggi solari per creare corrente elettrica attraverso un fenomeno fisico definito “effetto fotovoltaico”. In base alla loro collocazione, gli impianti fotovoltaici possono essere On Grid, quando risultano allacciati a una rete elettrica di distribuzione, o Off Grid (“a isola”) quando sono invece sganciati dalla rete e si avvalgono di un sistema di batterie capace di renderli autonomi.

Un impianto è composto dall’assemblaggio di una serie di “moduli” (o “pannelli”), costituiti da celle di silicio, un materiale semiconduttore in grado di “catturare” l’energia solare. Maggiore è il numero delle celle, maggiore è la quantità di energia prodotta nel tempo. Grazie alla presenza di un dispositivo elettronico chiamato “inverter”, la corrente continua (CC) generata dai moduli viene trasformata in corrente alternata (CA), rendendola così fruibile per le nostre normali utenze.

Oltre a ridurre le immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e a produrre energia “pulita”, installare un impianto fotovoltaico permette di diminuire in maniera drastica i costi sulla nostra bolletta. Grazie alle agevolazioni fiscali previste dalla legge (tra cui detrazioni sui costi di acquisto), investire su questa tecnologia è estremamente conveniente e consente inoltre di incrementare la classe energetica della propria abitazione e di aumentarne il valore economico.

La durata dei pannelli fotovoltaici rappresenta uno dei fattori che rendono davvero conveniente l’installazione. Prima di procedere con l’acquisto è molto comune chiedersi quale possa essere l’effettiva durata dell’impianto. I pannelli fotovoltaici sono generalmente garantiti per 25 anni con una produttività in recessione dell’80-85%, rispetto a quella garantita al momento dell’installazione.

Ovviamente non c’è una risposta univoca. Le dimensioni dipendono dal tipo di pannello usato, dalla tecnologia utilizzata (silicio mono/policristallino, film sottile, amorfo, ecc..), dalla potenza generata da ogni pannello fotovoltaico. Inoltre, bisogna stenere in considerazione anche la tipologia del tetto (a falda o tetto piano). Mediamente per realizzare 1 kW di impianto fotovoltaico occorrono almeno 8 m2.

L’installazione dell’impianto fotovoltaico può essere fatta sopra il tetto, integrato nel tetto (i pannelli solari sono integrati nel tetto stesso), sulla facciata, montati a terra, nel terrazzo o balcone. Tuttavia, sarà l’installatore partner A29 Energy Service Company in sede di sopralluogo a verificare il luogo più adatto all’installazione, sulla base di vari elementi come spazio necessario, la corretta esposizione (a Sud) ed inclinazione della superficie dei moduli (30-35° gradi).

Per ogni utenza esiste un impianto fotovoltaico su misura: è fondamentale capire qual è il proprio fabbisogno energetico e dotarsi di un impianto adeguato a soddisfarlo. La potenza dell’impianto fotovoltaico dipende principalmente dai Kwh consumati in un anno. Questo dato, rilevabile dalle bollette del gestore di energia, rappresenta il punto di partenza per un corretto dimensionamento dell’impianto.

Esistono due principali categorie di impianti fotovoltaici, differenziati sulla base della loro collocazione rispetto alla rete elettrica:

  • Gli impianti connessi in rete (on grid o grid-connected), risultano allacciati a una rete elettrica nazionale di distribuzione;
  • Gli impianti a isola (stand alone o off grid) sono invece sganciati dalla rete e si avvalgono di un sistema di batterie che li rende autonomi.

L’inverter fotovoltaico è fondamentale per gestire l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico. La funzione principale è quella di trasformare la corrente continua prodotta dai moduli fotovoltaici in comune corrente alternata e la immette nella rete elettrica domestica, utilizzabile per l’uso degli elettrodomestici.

 

Un inverter fotovoltaico, però, ha anche altre importanti funzioni:

 

  • Massimizzare il prelievo di energia dal campo fotovoltaico;
  • Ottimizzare la potenza del sistema;
  • Inviare una segnalazione in caso di guasti interni o irregolarità;
  • Comunicare i dati di rendimento e funzionamento grazie ai display.

Ecco le principali differenze:

 

  • Fotovoltaico con accumulo: Un impianto fotovoltaico con un sistema di accumulo (detto anche energy storage per fotovoltaico) è un impianto tradizionale che consente di “accumulare”, grazie alle batteria di accumulo, l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e che non viene immediatamente consumata.
  • Fotovoltaico senza accumulo: Un impianto fotovoltaico senza accumulo è un impianto sprovvisto di meccanismo di immagazzinamento dell’energia elettrica. In questo caso viene prodotta solo energia pronta ad essere utilizzata al momento stesso della produzione e quella non consumata viene ceduta alla rete.

Un sistema fotovoltaico solitamente è costituito dai seguenti elementi:

 

  • Moduli fotovoltaici: costituiscono l’elemento principale dell’impianto;
  • Inverter: un dispositivo elettronico che consente la conversione da corrente continua a corrente alternata;
  • Strutture di sostegno dei moduli: sorreggono i moduli e provvedono al loro orientamento;
  • Sistema di controllo e misuratori di energia: consente di tenere sotto controllo il funzionamento e la produzione dell’impianto stesso.

Si. Durante la fase di progettazione dell’impianto fotovoltaico è fondamentale tener conto dell’orientamente che consente un maggiore irraggiamento solare durante l’intera giornata, in modo da avere la massima produzione d’energia possibile. Dato che i pannelli fotovoltaici sono più produttivi quando i raggi del sole sono perpendicolari alle loro superfici, l’orientamento sicuramente migliore è di circa 30 gradi verso Sud. 

Se non è possibile installare l’impianto con esposizione verso Sud, si può variare leggermente l’orientamento dei pannelli; fino ad un massimo di 45° (sud-est e sud-ovest), la produzione annua subisce una riduzione abbastanza contenuta (1-3%).

Si, i pannelli producono ugualmente energia elettrica anche se la resa dei pannelli solari è maggiore nelle giornate di sole. I moduli fotovoltaici sono in grado di catturare ogni piccola radiazione solare e convertirla in energia fruibile per alimentare un’unità abitativa. È fondamentale seguire le regole di installazione, inclinazione e orientamento dei pannelli.

Esistono 4 tipi di pannelli:

 

  • Pannelli fotovoltaici monocristallini: costituiti da celle omogenee di silicio, tagliate da lingotti estratti in natura;
  • Pannelli fotovoltaici policristallini: generati dagli scarti del taglio dei lingotti monocristallini;
  • Pannelli fotovoltaici in Film Sottile: costruiti con strati sottili di silicio, richiedono più spazio per l’installazione
;
  • Pannelli in silicio amorfo: costituiti da una lastra trasparente di silicio amorfo (privo di struttura) trattato chimicamente per aumentare la conducibilità, richiedono più spazio per l’installazione.

Attualmente è possibile usufruire dell’Ecobonus 50%. Grazie a questo meccanismo incentivante è possibile ottenere una sconto direttamente in fattura pari al 50% dell spese sostenute per l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico.

SOLARE TERMICO: DOMANDE FREQUENTI

A differenza dell’impianto fotovoltaico, che trasforma l’energia solare in corrente elettrica, l’impianto solare termico consente di convertire direttamente l’energia dei raggi solari in energia termica, immagazzinandola. Il calore prodotto è utilizzato in vari modi, tra cui il riscaldamento dell’acqua corrente in sostituzione di caldaie e scaldabagni e l’integrazione degli impianti di riscaldamento.

Gli impianti solari termici sono composti da pannelli (anche detti collettori solari) capaci di assorbire l’energia termica dei raggi solari attraverso un fluido termovettore posto nei pannelli stessi, che accumulano e trasportano il calore prodotto per riscaldare l’acqua presente nel serbatoio di accumulo. In seguito, essa sarà immessa attraverso apposito circuito idraulico per essere utilizzata come acqua sanitaria o per riscaldare un ambiente.

Un impianto solare termico consente un grande risparmio energetico ed economico, riducendo i costi di bolletta per il riscaldamento della nostra abitazione e coprendo in pieno il nostro fabbisogno d’acqua calda. La sua installazione in casa non è invasiva e necessita di una manutenzione minima, permettendo di usufruire di vantaggiosi sgravi fiscali. Non ultimo, l’impianto solare termico permette la produzione di energia pulita, tratta da una fonte energetica inesauribile come quella solare.

No. In base alle esigenze si può creare un impianto finalizzato solo al riscaldamento, solo a scaldare l’acqua calda sanitaria, o entrambe.

La quantità di acqua calda sanitaria dipende dalla quantità di energia emanata dal sole, quindi è necessario tenere in considerazione i seguenti fattori:

 

  • Zona in cui abiti (Nord, Centro, Sud, vicino al mare, montagna);
  • Condizioni climatiche del tuo paese;
  • Orientamento e inclinazione del tetto (ottimale tra i 30° e i 45°);
  • Tipologia di pannello (piano o a tubi sottovuoto).

In seguito all’installazione dell’impianto è utile effettuare una serie di verifiche periodiche, al fine di mantenere sempre elevati i suoi livelli di produttività. Se correttamente installato, il solare termico può durare anche più di 25 anni e non richiede grossi interventi di manutenzione, se non un controllo con pulizia una volta all’anno.

Mediamente per l’installazione dell’impianto solare termico occorrono almeno 8㎡.

Per ogni utenza esiste un impianto su misura: è fondamentale capire qual è il proprio fabbisogno energetico e dotarsi di un impianto adeguato a soddisfarlo. Inoltre, è necessario capire quanta superficie si ha a disposizione per l’installazione.

In base alla loro complessità e potenza, i sistemi solari termici possono essere di due tipi: a circolazione naturale, adatti all’uso familiare, e a circolazione forzata, pensati per uso aziendale e in grado di generare quantità molto più elevate di acqua calda grazie alla presenza di una pompa idraulica.

Il boiler o serbatoio di accumulo dell’acqua calda sanitaria è un componente dell’impianto solare. Serve per contenere l’acqua calda, prodotta dai collettori, nel quale circola attraverso una apposita serpentina, ovvero il fluido vettore. Solitamente, la sua capacità di accumulo varia da un minimo di 150 litri per un nucleo familiare di 2-3 persone, oppure da 300/400 litri per un nucleo di 4-6 persone, fino ad arrivare anche a 2.000 litri ed oltre per alberghi o comunità.

Si. Prima di installare il sistema solare termico bisogna tener conto dell’orientamento che consente un maggiore irraggiamento solare durante l’intera giornata, in modo da avere la massima produzione d’energia possibile. Dunque, l’orientamento migliore è verso Sud.

Oltre alla produzione di acqua calda sanitaria, l’impiego di un impianto solare termico è consigliato anche per contribuire al riscaldamento dell’abitazione.

CONTO TERMICO: DOMANDE FREQUENTI

Il Conto Termico 2.0 è un incentivo statale pensato per favorire interventi che abbiano l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, per impianti di piccole dimensioni presenti in edifici e abitazioni. Esso rappresenta uno strumento fondamentale per rendere più efficiente il proprio immobile, aumentarne la classe energetica e il valore economico, e ridurre notevolmente i costi dei propri consumi, potendo recuperare buona parte delle somme spese, fino al 65% della spesa ammissibile sostenuta.

Nel dettaglio, i soggetti che ne possono beneficiare sono:

 

  • Le Pubbliche Amministrazioni (tale categoria comprende anche gli ex Istituti Autonomi Case Popolari, le cooperative di abitanti iscritte all’Albo nazionale delle società cooperative edilizie di abitazione e dei loro consorzi costituiti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nonché le società a patrimonio interamente pubblico e le società cooperative sociali iscritte nei rispettivi albi regionali);

 

  • I soggetti privati (persone fisiche).

Il Conto Termico 2.0 può essere richiesto per un gran numero di interventi energetici, tutti ovviamente finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici o a produrre energia termica da fonti rinnovabili.

Tra questi rientrano:

 

  • Sostituzione di impianti di climatizzazione con impianti a pompa di calore;
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione con generatori a biomassa;
  • Installazione di collettori solari termici;
  • Sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore;
  • Sostituzione di impianti di climatizzazione con nuovi sistemi ibridi (caldaie a condensazione + pompa di calore);
  • Le spese sostenute per la diagnosi e la certificazione energetica degli interventi che le prevedono obbligatoriamente sono incentivate per i Soggetti privati, le Cooperative di abitanti e le Cooperative sociali nella misura del 50% della spesa.

ECOBONUS: DOMANDE FREQUENTI

Il cosiddetto “Ecobonus” è un’agevolazione statale riconosciuta ai privati e alle imprese che decidono di effettuare degli interventi di riqualificazione ed efficientamamento energetico all’interno di immobili già esistenti. Lo scopo di tale provvedimento è quello di ridurre drasticamente gli sprechi, le emissioni inquinanti e i consumi “ammodernando” gli edifici dal punto di vista energetico.

I soggetti che possono usufruire dell’Ecobonus al 50% e al 65% devono essere a vario titolo possessori dell’immobile sul quale vengono effettuati gli interventi di riqualificazione ed efficientamamento.

Nello specifico, i beneficiari possono essere:

 

  • Le persone fisiche che siano titolari di un diritto reale sull’edificio (tra cui rientrano inquilini, comodatari, proprietari e condomini, questi ultimi allorché gli interventi siano effettuati su parti in comune dell’immobile);
  • I contribuenti che conseguono reddito d’impresa;
  • Le associazioni di professionisti;
  • Gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

Secondo le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, la condizione imprescindibile per ottenere la detrazione è che “gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale”. Nello specifico, essi includono:

  • La riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento;
  • Il miglioramento termico dell’edificio con coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi;
  • L’installazione di pannelli solari;
  • La sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale
;
  • L’acquisto e la posa in opera di schermature solari;
  • L’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili
;
  • L’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione delle unità abitative;
  • L’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti
;
  • L’acquisto di generatori d’aria calda a condensazione
;
  • La sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con apparecchi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.

POMPA DI CALORE: DOMANDE FREQUENTI

La pompa di calore è un dispositivo elettrico capace di soddisfare le esigenze di climatizzazione di un ambiente producendo aria calda o fredda attraverso il fenomeno del ciclo termodinamico. Utilizzando l’energia elettrica con cui è alimentata, la pompa estrae infatti l’energia termica da una fonte naturale esterna e la trasferisce nell’ambiente che intendiamo riscaldare o raffreddare.

Installare una pompa di calore è facile ed estremamente conveniente, permettendo di aumentare la classe energetica e il valore economico del nostro immobile. Oltre a soddisfare a pieno le esigenze di riscaldamento o refrigerazione di un ambiente, è in grado di produrre una quantità di energia molto maggiore a quella impiegata ed è dunque per sua natura efficiente. Ciò comporta una riduzione delle spese e dei consumi rispetto alle tradizionali caldaie.

In sintesi, la pompa di calore assorbe l’energia servendosi di un fluido termovettore e quando questa è stata assorbita, subisce in seguito una compressione che ne alza la temperatura cedendola all’impianto di riscaldamento. Per rendere più chiaro il funzionamento di una pompa di calore basta paragonarlo a quello del frigorifero, basato sul cosiddetto “ciclo del freddo”.

 

A differenza di quanto avviene in quest’ultimo, però, la pompa agisce tramite un procedimento opposto: mentre il frigorifero estrae energia termica dall’interno per poi espellerla all’esterno, la pompa di calore la cattura dall’esterno per portarla in un ambiente chiuso a una temperatura stabilita.

L’acronimo BTU sta per BRITISH THERMAL UNIT ed è l’unità di misura dell’energia utilizzata negli USA e Regno Unito, utilizzato nella definizione del potere refrigerante dei sistemi di condizionamento degli ambienti come anche del potere calorifico dei combustibili.

Possiamo distinguere tra:

 

  • Pompe di calore aria-aria, quando l’energia termica viene tratta dall’aria esterna venendo poi trasportata all’interno per climatizzare l’ambiente. Si tratta dei cosiddetti condizionatori d’aria, generalmente divisi in due unità, di cui una posta all’esterno dell’edificio;
  • Pompe di calore aria-acqua, nel caso in cui, pur traendo l’energia dall’aria esterna, essa venga poi utilizzata per il riscaldamento dell’acqua. In particolare, questo tipo di impianto può essere usato per scaldare l’acqua sanitaria o essere combinato con termosifoni, impianti a pavimento o solari;
  • Pompe di calore acqua-acqua, quando l’energia viene estratta dall’acqua di falda e in seguito usata per riscaldare l’acqua;
  • Pompe di calore acqua-aria e terra-acqua, nelle quali l’estrazione del calore avviene dal sottosuolo.

I sistemi monosplit sono composti da un’unità interna ed un’esterna. Invece i multisplit sono sistemi con più unità interne ed un’unica unità esterna: dualsplit, trialsplit, quadrisplit e pentasplit.

Un climatizzatore monosplit è composto da due unità: un’unità esterna che è sempre installata fuori dall’abitazione su apposite staffe a parete o a pavimento; un’unità interna che può essere di tipo split. I sistemi monosplit vengono utilizzati nella climatizzazione di un unico ambiente a differenza dei sistemi multisplit (dual, trial, quadri o penta) che possono climatizzare più ambienti contemporaneamente utilizzando una sola unità esterna.

È possibile usufruire dell’Ecobonus 65%. Un’agevolazione statale riconosciuta ai privati e alle imprese che decidono di effettuare degli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico all’interno di immobili già esistenti. Se sostituisci il tuo vecchio climatizzatore puoi ottenere uno sconto direttamente in fattura pari al 65% dell’importo. Dunque, paghi soltanto il 35%.