Da oggi sarà più facile installare un impianto fotovoltaico sugli edifici situati nei numerosi centri storici italiani grazie all’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del disegno di legge per la conversione del Decreto Energia, avvenuta nel mese di aprile. Ora il provvedimento verrà rimbalzato al Senato, dove si attende l’ok definitivo.


Fotovoltaico nei centri storici: più interventi e meno burocrazia

Messa a confronto con il decreto a cui afferisce, la normativa in questione rende ancora più semplice la procedura di installazione, con l’obiettivo primario di promuovere quanto più possibile l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Uno scopo che assume una rilevanza particolare soprattutto in questi mesi, nei quali la crisi energetica mondiale ha reso sempre più necessaria una diversificazione e una maggiore autonomia delle politiche energetiche nazionali. Ma cosa prevede il provvedimento in questione? Di seguito, abbiamo sintetizzato i punti salienti che riassumendone il contenuto.


Installazione fotovoltaico: all’insegna della semplicità

Come abbiamo in parte anticipato, l’oggetto del disegno di legge concerne l’impianto di pannelli fotovoltaici sul tetto degli edifici, compresi quelli di immobili situati nei centri storici. Prima di quest’ultima modifica legislativa, infatti, installarli richiedeva una serie di lungaggini, consistenti in permessi e autorizzazioni da richiedere a vari enti amministrativi.

 

Il risultato? Il procedimento risultava estremamente frustrante e non faceva altro che dissuadere i più ad avviarlo, per evitare di rimanere “incastrati” tra i gangli della macchina burocratica. Ora, invece, gli interventi in questione verranno classificati come semplici manutenzioni ordinarie, mentre l’autorizzazione sarà necessaria solo per “le aree o gli edifici classificati di notevole interesse pubblico” (immobili protetti da vincoli architettonici, per esempio). Al di fuori di tale classificazione, gli interventi saranno esclusi da permessi e autorizzazioni amministrative.


Fotovoltaico e termico nelle aree industriali

Oltre a semplificare l’installazione del fotovoltaico nei centri storici, il disegno di legge è intervenuto con la stessa ratio anche per quanto riguarda le aree industriali, prevedendo la possibilità di impiantare sistemi fotovoltaici e termici nelle aree industriali coprendo fino al 60% della zona di pertinenza. Precedentemente, anche in questo caso erano necessarie autorizzazioni che sono state eliminate dal nuovo impianto legislativo.

 

Non solo, ma la normativa prevede una serie di semplificazioni pensate in modo specifico agli impianti geotermici. In particolare, l’incentivo del Superbonus 110% verrà applicato anche alle sonde geotermiche e ulteriori norme sono previste per gli impianti geotermici rivolti al riscaldamento e alla climatizzazione o destinati a produrre energia elettrica.


Fotovoltaico: le altre norme previste dal DDL

Il processo di snellimento burocratico, obiettivo principale della nuova normativa, non riguarderà solo il fotovoltaico installato sui tetti, ma anche quello a terra (fino a 20 MW) situato in aree “industriali, produttive o commerciali, in discariche o lotti di discarica chiusi e ripristinati o in cave o lotti di cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento”.

 

Quanto al cosiddetto agri-voltaico“, ovvero l’impianto fotovoltaico agricolo, quest’ultimo viene incluso nelle previsioni legislative purché non disti oltre tre km dalle suddette aree. Se invece è localizzato altrove, sarà comunque necessario il procedimento amministrativo della valutazione di impatto ambientale (VIA), che però verrà richiesto solo a partire da 20 MW (mentre in precedenza si applicava anche a impianti di potenza inferiore).


Interventi su impianti esistenti

Il ddl prevede anche delle disposizioni per gli interventi che definisce “di modifica non sostanziale”. Si tratta, in pratica, di un’ampia varietà di azioni che tuttavia non consistono in un incremento della grandezza degli impianti sui quali si interviene. Tra gli interventi più interessanti c’è inoltre la predisposizione di un piano nazionale diretto alla riorganizzazione di impianti serricoli compromessi in nuove aree agro energetiche.