Pochi giorni fa, l’ISTAT ha certificato ufficialmente l’aumento generalizzato dei prezzi e il probabile raddoppio dell’inflazione entro la prossima primavera, con ripercussioni che riguarderanno anche la nostra bolletta energetica.
Bolletta elettrica: i numeri dei rincari
Nel dicembre del 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo mensile è salito dello 0,4%, raggiungendo la quota annuale di 3,9%. A detta dell’istituto nazionale di statistica, il rialzo non riguarda solo i cosiddetti “beni secondari” (o non necessari), ma anche quelli di prima necessità come per esempio gli alimentari e il carburante. Nel settore energetico, in particolare, si registrano rincari soprattutto del gas metano e dell’elettricità, conseguenza diretta della corsa verso l’alto delle quotazioni delle materie prime. Secondo gli esperti, nei prossimi due mesi l’energia elettrica in bolletta raggiungerà il +55% , mentre il gas il +41%.
Interventi contro il caro bollette
A creare la situazione che vi abbiamo appena descritto è stato lo scenario economico internazionale, che non è dei migliori: tra tensioni geopolitiche, crisi della catena di approvvigionamenti e la maggior parte delle economie occidentali che stenta a venir fuori dalla pandemia, le ripercussioni sul caro vita sono una realtà ovunque.
In tale contesto, intervenendo nel corso di un questionario alla Camera dei Deputati, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha riconosciuto la gravità dei rincari, spiegando in sintesi quale potrebbe essere la strategia del governo per “tamponare” le loro ripercussioni negative sulla nostra vita di tutti i giorni.
Fino a ora, gli interventi sono stati a breve termine, ma secondo il ministro ci sarà anche bisogno di misure strutturali, che nel caso dell’energia possono essere sintetizzate in tre punti:
- Sollecitare l’installazione di impianti rinnovabili, con l’ambizioso scopo, da qui al 2031, di arrivare alla produzione di 70 GW “green”
- Conseguire degli accordi per l’adeguamento degli impianti rinnovabili esistenti
- Trasformare il cosiddetto “mix energetico”, cioè la composizione delle fonti energetiche primarie usate per creare energia elettrica da immettere nel sistema nazionale, che oggi dipende in modo eccessivo dalle fonti fossili
Accanto a questi obiettivi di lungo termine, però, Cingolani ha anche paventato un insieme di misure economiche che potrebbero ammontare a una cifra consistente (10 miliardi di euro), come per esempio l’uso dei guadagni delle cosiddette “aste” CO2 per coprire degli oneri di sistema.
Gli interventi ipotizzati dal ministro evidenziano una volontà sempre più forte, a livello statale, di incentivare l’utilizzo di impianti rinnovabili. Insomma, per poter risparmiare in bolletta la conversione dei propri vecchi impianti domestici e aziendali diventa sempre più un’esigenza vitale.
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